“Iper-localizzazione”: è questo il trend della bellezza che ne profila una dimensione sempre più eco-sostenibile. Lo si deve a una influenza della pandemia da Covid-19? È possibile.
«Diversi consumatori – precisa Michele Superchi, Global Performance Executive Beautystreams – sono stati obbligati a trascorrere i mesi passati nel loro paese di origine, riscoprendo tradizioni locali e della cultura folcloristica con un sensibile impatto su due aspetti. Da un lato aumenterà la domanda di ingredienti e produzioni iper-locali, anche in ambito cosmetico con formulazioni e prodotti green, e dall’altra crescerà il desiderio di alcuni consumatori di ritornare a viaggiare. Infatti ad ogni tendenza spesso e volentieri esiste una contro tendenza, e in questo secondo caso sarà importante comunicare e trasmettere attraverso uno story-telling esotico, l’impressione del viaggio».
Aspetti che influenzeranno anche la filiera produttiva e l’approvvigionamento di materie prime sempre più eco-sostenibili e che non dipenderanno più esclusivamente da trasporti e/o viaggi di lavoro.
«Occorrerà creare un sistema produttivo a prova di crisi – conclude Superchi – che preveda ad esempio l’apertura di nuove hub, ovvero nuovi centri produttivi in diversi paesi, fino a valutare collaborazioni e partnership globali con altre aziende».
Del resto, è Storia: la cosmetica e la bellezza fanno tendenza da sempre, tenendo accuratamente conto delle esigenze sociali contingenti e che a loro volta determinano, come in un circolo virtuoso, la necessità di attualizzare moda e costume legati al benessere.