C’è sempre un “effetto avverso“ da considerare.
Anche quando si tratta di mascherine, divenute di uso comune dall’inizio dell’emergenza di Covid-19: necessarie per la salute, potrebbero però abbassare le naturali difese cutanee del viso. Complici diversi fattori: l’attrito da sfregamento, indotto dall’appoggio della mascherina e dalla sua prolungata permanenza a contatto con la cute durante il giorno, e l’aumento di umidità e di calore, associate anche a una ridotta ossigenazione. Si instaura così, sotto alla mascherina, un microclima alterato che facilmente porta ad un disequilibrio del microbiota cutaneo. Questo effetto porta a una maggiore probabilità di sviluppare brufoletti, infezioni micotiche o esacerbare problematiche già esistenti. La cute in generale diventa più sensibile e maggiormente esposta alla formazione di dermatiti irritative da contatto. La prevenzione è possibile? Sì, tranquillizzano gli esperti.
«Sono fondamentali – dichiara la dottoressa Giulia Penazzi, cosmetologa – la detersione della pelle, quanto più delicata e accurata possibile, tutti i giorni mattino e sera e l’idratazione profonda con soluzioni che rispettano il pH della cute, favorendo il ripristino dell’equilibrio microbico. Questa “skin care routine”, se necessario, può essere supportata e integrata con prodotti lenitivi in caso di pelle sensibile o arrossata e/o con formulazioni rigeneranti in presenza di leggere escoriazioni, fino a soluzioni ad hoc, studiate con un esperto, se il problema è associabile a una possibile alterazione microbica».