MICROPLASTICHE AL BANDO

ph@al_it

Alternative naturali per la tutela dell’ambiente

Si parla ancora di microplastiche (microbeads), ossia micro particelle sferiche in plastica dall’aspetto innocuo presenti in cosmetici quali scrub esfolianti viso e corpo, gel doccia, solari, dentifrici ed altre formulazioni a risciacquo, ma anche in prodotti per la salute e comuni detergenti di uso quotidiano.

Sono costituite da polietilene, in dimensione compresa tra 0.1 μm e 5 mm, per cui non vengono trattenute dai filtri degli impianti per il trattamento delle acque, finiscono nei corsi d’acqua, inquinano in quanto non biodegradabili e introducono sostanze chimiche tossiche nella catena alimentare, con conseguenze che si possono facilmente immaginare.

Nell’INCI le troviamo appunto come polyethylene o polypropylene, per cui facciamo molta attenzione a ciò che acquistiamo e scegliamo scrub e prodotti cosmetici che non contengano questo elemento.

Sebbene rappresentino solo una piccola parte degli otto milioni di tonnellate di plastica riversati negli oceani ogni anno (ScienceMag, 2015), le microplastiche provocano gravi danni all’ambiente e alla flora e fauna sottomatina; si pensi che con una doccia si possono immettere nella rete delle acque reflue circa 100.000 microgranuli (Environmental Audit Committee of the House of Commons in Britain, Report 2015).

Alternative naturali environment-friendly sono già state introdotte da alcune aziende produttrici di cosmetici, specie per i prodotti esfolianti. Si tratta di sfere completamente biodegradabili realizzate con olio estratto dalla pianta di jojoba, ma anche con sale, caffè, avena integrale e semi di cinorrodo; in UK, il  Centre for Sustainable Chemical Technologies (CSCT) dell’Università di Bath ha avviato la produzione di un’alternativa biodegradabile e rinnovabile dalla cellulosa.

ozedf

Dalla scorsa settimana, il Regno Unito ha vietato la produzione di prodotti cosmetici contenenti microplastiche ed entro la fine del 2019 ne verrà vietata la vendita. Stesso provvedimento negli Stati Uniti, in Canada e Nuova Zelanda, dove il divieto di produzione entrerà in vigore a giugno, mentre altri paesi europei stanno promuovendo campagne di sensibilizzazione nella medesima direzione.

In Italia, le industrie che hanno a cuore la tutela dell’ambiente hanno già smesso di produrre detergenti e cosmetici con microplastiche, in alcuni casi anticipando la legge approvata alla fine del 2017 che ne vieta la presenza nei cosmetici, in vigore dal 2020.