L’Estetica Oncologica aiuta le donne in terapia oncologica a ritrovare il sorriso e la propria femminilità, come ci racconta Angela Noviello, pioniera del campo.
Quando si è di fronte alla diagnosi di un tumore la mente subito corre alla terapia oncologica e a tutti gli effetti indesiderati (alterazione morfologia unghie, xerosi, perdita di capelli..) che ne conseguono.
La guarigione dalla malattia è solo uno dei tanti pensieri che affollano la mente del paziente, perché è quello che succederà al suo corpo, alla pelle, ai capelli, alle unghie, a creare ulteriori ansie e timori.
Possono sembrare problemi secondari, se confrontati con l’esigenza primaria di guarigione, ma non è così, perché questi timori incidono a tal punto sulla sfera emotiva e psicologica di alcune donne da indurle a rinunciare alle terapie.
È un aspetto che per molto tempo è stato sottovalutato, ma che oggi non lo è più grazie allo sviluppo anche in Italia dell’Estetica Oncologica, una branca dell’estetica che offre trattamenti estetici sicuri alle persone che si sono trovate, o si trovano ad affrontare, una patologia oncologica.
Per le donne la questione è ancora più delicata perché gli effetti minano la loro femminilità.
In Italia Angela Noviello è stata una pioniera in questo campo e una delle più fervide sostenitrici del ruolo cruciale dell’Estetica Oncologica nel ridare il sorriso alle pazienti in trattamento oncologico e offrire loro un sostegno per affrontare la malattia e le sue implicazioni.
Dietro una simile figura, che unisce competenza e sensibilità personale, ci dev’essere professionalità, esperienza e una formazione specialistica adeguata. Non c’è spazio per improvvisazione o errori: il consiglio dev’essere frutto di un’attenta diagnosi preliminare e di competenze specifiche.
A raccontarci i problemi più comuni, le ansie e i timori dei pazienti oncologici e di come trattare la pelle in questi casi è Angela Noviello, prima professionista certificata Oncology Estethics in Europa e oggi direttrice OTI Oncology Training international Italia, in questa intervista.
1) Come cambia la pelle durante e dopo la terapia oncologica?
L’elevata aggressione delle radiazioni dovute al trattamento di radioterapia e la chemioterapia implicano cambiamenti a livello cutaneo in innumerevoli casi.
La cute può manifestare xerosi (estrema disidratazione), fibrosi (gli esiti di fibrosi comportano problematiche di tipo estetico e funzionale) se i linfonodi sono infiammati a causa della radioterapia, possono diventare fibrotici ed essere causa di un linfedema; radiodermatite (eritema, dolore e sensibilità, disidratazione e desquamazione) nei casi più gravi anche ustioni e ulcerazioni, telangectasie; cambiamenti nella pigmentazione e alopecia localizzata nell’area di trattamento.
Inoltre, l’assunzione di farmaci antitumorali può interferire con il colorito della pelle (molti farmaci sono fotosensibili) e potrebbe favorire l’insorgere di iperpigmentazioni e macchie.
La pelle del paziente oncologico è, dunque, fragile e predisposta a reagire negativamente ad agenti esterni fisici e chimici, ed è soggetta a disidratazione, arrossamenti, irritazioni, prurito e bruciori. Necessita di attenzioni costanti e protezione quotidiana in qualsiasi fase delle terapie.
Le possibili reazioni cutanee sono influenzate anche da “fattori esterni” come età, apporto nutrizionale non adeguato e fumo.
Il medico oncologo curante solitamente comunica accorgimenti e precauzioni da adottare per ogni singola circostanza, al fine di minimizzare i sintomi.
2) Che funzione hanno i cosmetici nei soggetti in terapia oncologica?
I cosmetici hanno una funzione importantissima sempre, ma per le persone in terapia oncologica hanno un valore in più.
Quando è integra, la cute garantisce protezione ed è in grado di esercitare perfettamente la sua funzione di barriera nei confronti degli agenti esterni e in gran parte delle sostanze presenti nei cosmetici stessi, ma quando subentrano gli effetti collaterali generati dalle terapie, la pelle perde la sua capacità protettiva originaria e risulta più fragile, sensibile e reattiva.
L’obiettivo principale dell’intervento dermocosmetico per una pelle così delicata e sensibile diventa quello di cercare di ridurre i sintomi principali (disidratazione e irritazione), ripristinando l’idratazione dello strato corneo attraverso l’uso di prodotti cosmetici formulati con ingredienti emollienti e lenitivi.
3) Il consiglio cosmetico di un operatore qualificato, come un’estetista oncologica o un farmacista che abbia seguito dei corsi specifici, diventa dunque di fondamentale importanza…
Assolutamente sì. È necessario selezionare e consigliare le referenze cosmetiche attentamente, poiché le reazioni cutanee sono sempre soggettive e talvolta imprevedibili.
Disidratazione, arrossamento, bruciore e prurito sono le reazioni più frequenti in questo tipo di soggetti, ma talvolta possono comparire altri effetti collaterali.
Per non incorrere in questi rischi, prima del consiglio di trattamento, è indispensabile un’attenta diagnosi preliminare.
4) Quali sostanze andrebbero evitate?
Durante il periodo delle terapie, e in alcuni casi durante il periodo di recupero, la pelle necessita di attenzioni particolari e i numerosi prodotti cosmetici disponibili sul mercato non sempre sono idonei per le persone sottoposte a cure oncologiche.
Il corpo si carica inevitabilmente di sostanze tossiche, pertanto è bene evitare, se possibile, l’uso dei seguenti ingredienti: profumi, parabeni, diazolidinyl urea, dea, tea, oxybenzone, siliconi, glicoli, alcol, alluminio, borotalco, sulfati, triclosan.
5) Che cosa si consiglia in questi casi?
L’uso quotidiano del cosmetico corretto può contribuire a ripristinare e favorire la funzione barriera, innalzando la soglia della tolleranza cutanea nei confronti degli agenti esterni.
Dal momento che è importante nella routine quotidiana rispettare il mantello idrolipidico cutaneo e la sua sensibilità, i prodotti vanno scelti con cura tra quelli ricchi di ingredienti dalle proprietà idratanti, lenitive e antinfiammatorie.
Anche la texture del cosmetico merita attenzione: un latte o un olio detergente saranno preferibili ai saponi che, in questa fase, potrebbero risultare troppo aggressivi.
6) Quali sono gli step della beauty routine quotidiana?
Il rituale quotidiano deve prevedere infatti tre azioni fondamentali: detergere, lenire e proteggere.
La detersione è il primo passo per contribuire efficacemente alla salute della pelle e mantenerla più a lungo luminosa, idratata e compatta.
La pelle del viso deve essere detersa 2 volte al giorno: la sera, per rimuovere il trucco e tutte le impurità che si sono depositate nel corso della giornata e al mattino, per rimuovere ciò che si è depositato sul viso nel corso della notte.
Il detergente deve essere distribuito sul viso e risciacquato delicatamente con acqua tiepida.
Dopo la detersione è consigliabile l’uso di un’acqua termale o di un tonico privo di alcol per ripristinare il corretto valore di pH della pelle.
Se le condizioni della pelle lo consentono si potrà applicare un siero lenitivo e/o idratante. Il siero, per la sua caratteristica consistenza fluida e leggera, penetra più in profondità della crema e svolge una profonda azione riparativa. Va utilizzato sotto la crema abituale sia al mattino che alla sera.
Per il giorno consiglieremo un cosmetico idratante e protettivo, mentre per la notte una crema più nutriente.
7) Le stesse cure vanno rivolte anche al corpo. Vero?
Certamente! Anche la pelle del corpo merita le giuste attenzioni e anche qui bisogna saper consigliare con cura: al bagnoschiuma vanno preferiti gli oli detergenti più idratanti e cremosi e sulla pelle vanno applicati quotidianamente oli, creme e/o unguenti selezionati per garantire la corretta idratazione.
8) Ci sono dei prodotti da evitare durante la terapia o subito dopo?
Durante il periodo delle cure e per i due mesi successivi all’ultima terapia oncologica sono da evitare i peeling chimici e le esfoliazioni meccaniche (scrub): sarebbe un’inutile sollecitazione dello strato corneo che funge da barriera protettiva.
Nel caso fosse necessario ricorrere ad un’esfoliazione meccanica (molto leggera), è bene orientare la scelta verso gli esfolianti enzimatici, più delicati e meno aggressivi rispetto alle condizioni di una cute così fragile e delicata.
9) Quali sono le paure più grandi che si trovano ad affrontare i pazienti?
Oltre a quella più ovvia legata alla guarigione, l’altra paura più grande è quella di perdere i capelli. Questa è certamente una delle domande più frequenti che segue la comunicazione di una diagnosi di tumore e che ha portato medici e psicologi all’attenzione di aspetti che fino a qualche tempo fa potevano apparire solo marginali.
La perdita della propria identità dovuta agli effetti collaterali delle terapie (perdita dei capelli, perdita di ciglia e sopracciglia, variazioni di peso, mutilazioni, edemi, pallore e occhiaie) si ritiene possa essere la paura più grande quando affrontare le cure diventa un passo inevitabile.
Oggi grazie ad interventi di tipo estetico complementari alle terapie, è possibile prendersi cura delle persone accompagnandole prima, durante e dopo tutto il percorso terapeutico.
Grazie all’esperienza e alla ricerca, nel 2013 si è concretizzato anche in Italia (ma già presente negli Stati Uniti come “OTI Oncology Esthetics” da oltre vent’anni) l’Estetica Oncologica, un metodo di trattamento estetico complementare alle terapie.
Questa declinazione dell’estetica, svolta da professionisti debitamente formati, è il risultato di una lunga e attenta ricerca internazionale avvalorata da studi scientifici, la cui finalità ha proprio lo scopo di ripristinare l’identità delle persone e contenere gli effetti collaterali delle terapie, migliorando la qualità della vita nella tutela della loro sicurezza in un’importante parentesi della loro vita.
10) Oltre alla perdita dei capelli o ad unghie molto fragili, quali sono gli altri problemi che i pazienti si trovano ad affrontare ?
Oltre al problema dei capelli e le numerose manifestazioni a carico delle unghie, il paziente può sperimentare diversi effetti collaterali come: edemi, pallore, occhiaie e in alcuni casi la perdita della propria identità generata non solo dalla mancanza dei capelli, ma anche dalla perdita di ciglia e sopracciglia, dalle variazioni di peso, e in alcuni casi dalle mutilazioni.
Esiste anche il problema delle cicatrici, ricordo tangibile dell’esperienza di malattia, che necessitano di cure e prodotti specifici per guarire più velocemente e apparire con il tempo più gradevoli anche da un punto di vista estetico.
11) Tra gli effetti indesiderati che possono manifestarsi dopo la terapia oncologica c’è anche la “sindrome mano-piede”. Di cosa si tratta?
L’assunzione di alcuni chemioterapici (Fluorouracile, Capecitabina, Doxorubicina liposomiale, Sorafenib) può causare una forma di tossicità cutanea la sindrome mano piede, nota con il nome di eritrodistesia palmo-plantare.
Si presenta con gonfiore alle dita, eritema, desquamazione e possibile formazione di vescicole e fissurazioni sia alle mani che ai piedi, associati a intorpidimento dell’area e alterazione della sensibilità accompagnato da dolore e formicolio.
Di solito compare del tutto dopo alcuni mesi di trattamento, ma si hanno già dei miglioramenti dopo circa un paio di settimane dalla sospensione della terapia.
12) Dopo quanto tempo la pelle torna “normale”?
La cute è caratterizzata da un proprio ciclo di rinnovamento. Le cellule dell’epidermide impiegano mediamente 28/30 giorni per raggiungere lo strato più superficiale e completare il proprio ciclo vitale.
Le reazioni si manifestano durante il primo mese di trattamento e si risolvono solitamente nell’arco di 1-2 mesi dalla sospensione delle sedute, anche se spesso necessitano di 3 mesi per raggiungere una completa risoluzione.
È comunque consigliabile attendere almeno 4/6 settimane dall’ultimo trattamento prima di tornare gradualmente alla cosmesi abituale, facendo particolare attenzione all’introduzione di un solo cosmetico alla volta per verificare la dermocompatibilità del prodotto con la “pelle nuova”.
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