Che cos’è il Marketing Collaborativo? E’ quello che vogliamo scoprire insieme a Valentina Lonati e Maria de Filippo di trnd.
Il Marketing Collaborativo di cui parlano in questa intervista Valentina Lonati e Maria de Filippo, rispettivamente Pr & Communication Manager e Head of Communication di trnd*, è un marketing di cui noi italiani, campioni di socievolezza e convivialità, sembriamo essere dei veri “maestri”, ma di cui in realtà sappiamo ben poco.
Il Marketing Collaborativo ha il suo perno nel referral, il passaparola, che più efficace di molti altri mezzi, grazie alla sua elevata capacità di coinvolgimento, consente di promuovere un prodotto e di trasformarlo in un successo.
Di fronte alla crisi del marketing tradizionale, spesso troppo autoreferenziale, il Marketing Collaborativo rappresenta la risposta: un marketing che non sostituisce i tradizionali strumenti, ma li arricchisce, li completa, li potenzia.
Nel Marketing Collaborativo i tradizionali meccanismi che regolano i rapporti tra azienda e consumatore si modificano a favore di un rapporto diretto, basato sulla fiducia e sulla condivisione di valori di cui il consumatore, ambassador volontario e spontaneo del brand, si fa portavoce.
In questo contesto emerge chiaramente il ruolo svolto dai social e dalla rete, motori di questo processo e scenari ideali per la creazione e lo sviluppo del dialogo fra azienda e consumatore.
Partendo da alcuni concetti chiave del Marketing 3.0, cioè la rete, i social, la flessibilità, l’engagement, cerchiamo di capire le potenzialità del Marketing Collaborativo e i suoi risvolti nella strategia di un’azienda.
1- Che cosa si intende con Marketing Collaborativo?
VL. Con Marketing Collaborativo intendiamo quella tipologia di marketing che connette le aziende ai consumatori, permettendo un dialogo profondo tra loro, una collaborazione.
In un contesto come quello odierno, in cui le parole “condivisione” e “collaborazione” stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nello sviluppo di nuovi modelli economici, crediamo sia necessario stimolare lo scambio costruttivo tra chi produce, le aziende, e chi consuma. Un approccio che stravolge la concezione classica del consumatore come ultimo anello del ciclo produttivo, ribaltandola. È dalle esigenze e dai bisogni dei consumatori che l’azienda, oggigiorno, deve ripartire. Il bello è vedere che sempre più aziende la pensano come noi.
2. Parliamo della nuova generazione di consumatori detti “ConsumAttori”. Chi sono? Qual è l’approccio che le aziende hanno nei confronti di questo nuovo profilo di utenti e come il Marketing Collaborativo viene loro in aiuto?
MdF. Il punto di partenza del Marketing Collaborativo è proprio il cambiamento che sta interessando il ruolo del consumatore moderno: non siamo più di fronte a soggetti passivi, che ricevono i messaggi pubblicitari per poi recarsi al supermercato e acquistare, ma bensì a consumatori consapevoli delle proprie scelte di acquisto, che vogliono esprimere la propria opinione ma soprattutto essere ascoltati.
Il “ConsumAttore” è colui che direziona le proprie scelte d’acquisto in modo critico, che ha capito la frequente ingannevolezza dei messaggi pubblicitari e che si fida in primis delle opinioni delle persone che conosce, che vuole dire la propria, perché cosciente che la propria idea vale e deve essere ascoltata.
Il Marketing Collaborativo ha riconosciuto queste trasformazioni e offre alle aziende uno strumento per interagire con questi nuovi consumatori, mettendo a frutto la loro volontà di dare consigli e suggerimenti all’azienda.
Nella pratica, le nostre campagne permettono di raccogliere insight preziosi su prodotti e servizi, di ricevere feedback importanti, di stimolare il passaparola tra i consumatori, di creare contenuti online credibili.
In questo senso, il Marketing Collaborativo restituisce la voce ai consumatori, riconoscendone le enormi potenzialità.
3- Il concetto chiave del Marketing Collaborativo è la centralità del consumatore. Cosa significa in pratica per le aziende?
VL. Come dicevamo prima, il consumatore sta cambiando. Questo significa necessariamente che l’approccio nei suoi confronti deve adattarsi a questa trasformazione. Il che non significa fare tabula rasa delle strategie pubblicitarie tradizionali, ma significa tendere le orecchie verso le esigenze dei consumatori, iniziare un dialogo con loro, accettando anche le critiche negative, che necessitano di essere ascoltate in modo da migliorare i propri prodotti (e ottenere quindi un maggiore successo). Ecco, a noi piace pensare di essere l’orecchio delle aziende.
4- Che cosa ne pensate del mondo degli “influencer” e delle blogger?
MdF. Abbiamo una nostra, particolarissima, visione degli influencer. Per noi gli influencer sono i consumatori stessi, siamo tutti noi. Lo vediamo in ufficio, in palestra, o nei gruppi di amici: siamo noi a dettare i trend di consumo che seguono poi i nostri amici, o viceversa. Quindi, nel vero senso della parola, ci “influenziamo” a vicenda.
E l’opinione del nostro amico, collega o compagno di palestra è sicuramente più persuasiva e credibile di qualsiasi altro messaggio pubblicitario. Perché di queste persone ci fidiamo. Molte aziende affidano la promozione dei propri prodotti a influencer con migliaia di follower su Instagram, a personaggi noti, a blogger e così via. Strategie comprensibili, che non mettiamo in discussione. Noi riproponiamo lo stesso concetto nel piccolo, nella quotidianità delle vite delle persone.
*trnd è l’azienda leader in Europa nel Collaborative Marketing. Consente a brand e aziende di instaurare un dialogo diretto con i propri consumatori e con i target group fino a quel momento non sfruttati, ad esempio per generare awareness sul brand e sul prodotto (Word-of-Mouth/Online-Buzz), per creare contenuti sul social web (Content-Marketing) o per coinvolgerli nella creazione di nuovi prodotti (Co-Creation).