I mestieri della cosmetica

Nuovi mestieri si affacciano sul mondo cosmetico mentre quelli storici si ridefiniscono secondo le esigenze del settore, legato indissolubilmente all’innovazione. Questi alcuni dei concetti chiave emersi durante l’Assemblea pubblica di Cosmetica Italia.

Parliamo ancora di formazione, di innovazioni e di mestieri, vecchi e nuovi, che caratterizzano il settore cosmetico. Lo facciamo all’indomani della presentazione del Beauty Report di Cosmetica Italia, che contiene un’interessante indagine sulle aree da sviluppare e sulle relative professioni emergenti e che ci aiuta a capire cosa sta accadendo nel mondo del lavoro.

IL COSMETICO SI NUTRE DI INNOVAZIONE

Se il settore cosmetico si nutre di innovazione, come aveva già aveva detto Luca Nava ( cfr intervista ICQ del 20 giugno) pochi giorni fa in un’intervista ad ICQ, lo stesso vale per il mondo del lavoro. La conferma arriva dai risultati della ricerca di Ermeneia commissionata da Cosmetica Italia e presentata lo scorso 28 giugno a Milano.

La sezione monografica del Beauty Report, dedicata quest’anno ai nuovi “mestieri” della cosmetica e contenente i risultati dell’indagine, delinea il profilo di un settore legato a doppio filo all’innovazione (di prodotto, di canale, ai nuovi mezzi di comunicazione e alle nuove tecnologie..), dove si fanno strada nuovi “mestieri” capaci di andare incontro alle esigenze di un consumatore sempre più esigente ed informato e di rispondere al crescente bisogno di informazione che tocca i diversi prodotti e canali.

LA FILIERA COSMETICA: 200.000 ADDETTI E 10 MILIARDI DI FATTURATO

La ricerca commissionata ad Ermeneia prende in esame l’intera filiera cosmetica che, per numero di addetti e di aziende, vale oltre 10 miliardi di euro di fatturato tra mercato interno ed export e dà lavoro ad oltre 200mila persone.  Sono numeri che tengono conto di una filiera “allargata” e non solo dei produttori, delle aziende di servizi e dei loro addetti che, sommati, arriverebbero a poco più di 35mila addetti.

Perché considerare un panel così allargato? Perché la filiera cosmetica, che è caratterizzata da un particolare rapporto prodotto-consumatore, per cui il prodotto ha un influsso diretto sull’umore, sulla percezione di sé e sul sistema di relazioni del cliente finale, vive sulla costante necessità di una sintonia fra tutti gli operatori della filiera sul modo in cui si ascoltano, si interpretano e si prestano servizi ai clienti finali. Pertanto, in questa analisi, devono essere considerate anche tutte quelle figure necessarie a far crescere il rapporto tra chi produce e chi vende e/o  presta prodotti servizi .

Secondo aspetto da tenere in considerazione è quello relativo al rapporto tra produttore e operatori di canale, che muta a seconda del canale considerato. Laddove il rapporto non sia principalmente B2B, come nel caso dei conto-terzisti e dei loro clienti business, il rapporto tra produttore e operatore di canale può essere basato sulle prestazioni rese alla persona (es. saloni d’acconciatura, centri estetici, istituti di bellezza, SPA) oppure essere fondato sull’informazione, l’ascolto, il consiglio, come accade nelle farmacie, erboristerie e profumerie.

La tipologia di rapporto implica l’ingresso in scena di figure professionali diverse, che agiscono sinergicamente e che necessitano sempre di più di un know-how multi-disciplinare e da qui la necessità di acquisire skill diversi: di tipo tecnico, normativo, di comunicazione.

NUOVI E VECCHI MESTIERI

Il focus sui nuovi mestieri della cosmetica si inserisce all’interno di un’indagine più ampia su quali fossero, oltre ai mestieri più ricercati, le aree aziendali da far evolvere sotto la spinta del mercato e delle esigenze dei consumatori.

In cima alla classifica delle aree da sviluppare troviamo Ricerca & Sviluppo, a testimonianza dell’attenzione del mondo cosmetico per l’innovazione e la qualità del prodotto, seguita dal Marketing, emblema della centralità dei clienti intermedi e di quelli finali, per una semplice ragione: c’è una maggiore attenzione verso la soddisfazione del cliente finale. Ed è proprio nel Marketing, strettamente e legato all’Area Commerciale, che osserviamo un cambiamento nelle funzioni aziendali: la funzione di Marketing, che si intreccia a quella di di New Product Developer e di Packaging Designer, è focalizzata più sul sell-out che sul sell-in e diventa strategica nel fissare un prezzo meglio calibrato sul cliente finale.

Il legame tra aziende produttrici e retailer si rafforza grazie ad un Consulente Tecnico Commerciale, che dev’essere in grado di spiegare il prodotto al dettagliante e assisterlo nella presentazione al cliente finale; ma altrettanto strategico diventa il Visual Merchandiser, soprattutto nelle profumerie, che si trasforma in un Consul- Venditore nei canali professionali, dove svolge una funzione di assistenza tecnica post-vendita e si occupa della formazione vera e propria dei responsabili dei saloni.

Se il tema della formazione del titolare è una componente fondamentale ben nota al mondo retail, dall’indagine emerge chiaramente la consapevolezza della necessità di trasformarla in una priorità anche per i collaboratori del titolare, sempre più direttamente coinvolti nella vendita e bisognosi di operare un salto di qualità nell’approcio al cliente finale.

E se emergono nuovi mestieri, quelli storici evolvono verso nuove figure, come accade  per l’Agente o il Rappresentante, sempre più determinanti nel fluidificare il passaggio tra produzione, distribuzione e retailer, che diventa un Sell Consultant o un Formatore- Consulente per il punto vendita.

Social Media Manager, New Media Manager e Digital PR, figure legate allo sviluppo dell’e-commerce e dei social, meritano una menzione a parte, essendo risultati  tra i “nuovi mestieri” più citati nelle interviste. Non è un mistero che molte aziende abbiano scelto di destinare buona parte del proprio budget pubblicitario ai new media, ribaltando completamente le percentuali della spesa per la comunicazione on-line e off-line di qualche anno fa, perché attraverso Instagram, Youtube o Facebook, è possibile interagire direttamente con il cliente finale e vedere le applicazioni dei prodotti sulle persone e gli effetti che ne derivano ed è opinione condivisa nel mondo della comunicazione che l’uso dei social e il loro corretto utilizzo possa rivelarsi la carta vincente di molte aziende emergenti ( cfr. intervista a Gianluca Lisi).

NUOVI MESTIERI: LE RAGIONI DIETRO L’EVOLUZIONE

L’evoluzione dell’Agente in consulente di vendita e la trasformazione del referente Marketing in qualcosa di più fluido e vicino ai nuovi media sono processi che seguono dinamiche parallele e hanno origine da motivazioni comuni: oltre ad ottenere dei buoni risultati per l’azienda produttrice e per il retailer, chi lavora nell’ambito sale deve puntare ad aumentare il numero di clienti presenti nel punto vendita.

Lo stesso dicasi per chi fa Marketing e Comunicazione.  L’impatto dei nuovi strumenti digitali impone all’azienda una sperimentazione (quasi) obbligata nel campo dell’e-commerce e del mondo social, perché l’incursione strategica sui social offre la possibilità di accrescere la consapevolezza di ciò che si aspetta il consumatore e di creare prodotti mirati al target di riferimento.

La maggior parte delle figure devono sapersi muovere con particolare abilità e flessibilità tra un canale e l’altro, seguendo l’analoga attitudine dei consumatori, e sono molto apprezzati quei profili che uniscono capacità tecniche, ideali nel post-vendita, ad abilità formative. Come si vede dagli esempi, figure fluide che uniscono skill diversi: comunicazione e conoscenza tecnica, formazione e consulenza commerciale.

ICQ E L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE MULTI-DISCIPLINARE

Vorremmo chiudere questo excursus sui mestieri della cosmetica con un commento sui risultati dell’indagine e sul percorso formativo proposto da ICQ.  C’è una forte rispondenza del corso alle esigenze emerse in quest’indagine e alle nuove figure professionali richieste e Cosmetica Italia, in questo senso, ha precorso i tempi sposando il progetto ICQ e condividendo l’attualità della sua proposta formativa. Il programma multi-disciplinare dà vita a professionisti con un background di conoscenze in ambito tecnico, scientifico e di comunicazione, capaci di rispondere alle esigenze che oggi vediamo essere al centro del mondo del lavoro.