Il tempo della pandemia ha consolidato l’identità della farmacia come primo presidio sanitario territoriale in grado di dare risposte immediate e concrete e mettere in campo servizi e consulenze per dare risposte ai cittadini. In quei giorni, la farmacia, un faro nella desertificazione dei quartieri, ha ascoltato, accompagnato, informato e rassicurato cittadini preoccupati, sofferenti, smarriti.
Ai tempi del Covid, il ruolo del farmacista subisce un’accelerazione verso il cambiamento già in atto: non più soltanto dispensatore di farmaci, ma riferimento professionale completo cui ci si rivolge per il consiglio esperto immediato, sia sulla necessità in emergenza che in ambito di prevenzione.
Al pari del suo stesso pubblico che frequenta il punto vendita, anche il farmacista oggi è chiamato ad estendere lo sguardo oltre il banco etico, ad appropriarsi di competenze scientifiche e manageriali che lo avvicinino alla dermocosmesi e alla nutraceutica ma anche alla digitalizzazione ed alle nuove tecnologie che favoriscono la presa in carico, l’erogazione integrata di servizi e soprattutto la relazione di fiducia
Come cambia lo scenario della farmacia post-emergenza Covid?
Secondo il «Barometro Farmacie 2021», ricerca condotta a giugno scorso su 400 titolari di farmacia, sponsorizzata da BD Rowa e a cura di Doxa Pharma e Cosmofarma, il futuro vedrà aumentare le diverse tipologie di farmacia. Crescono la farmacia consulenza- consiglio, che sale al 26% nel 2021 rispetto al 23% del 2020, e la cooperativa strategica, che tocca il 22% rispetto al 19% del 2020, mentre si abbassano i valori della farmacia tradizionale (dal 29% al 25%) e del modello Drugstore, che perde 4 punti passando dal 28% al 24%.
L’emergenza Covid ha ampliato il senso di minaccia del canale online.
Al momento, un farmacista su due lo considera una vera minaccia, ma la percentuale è in aumento: il 45% dei titolari (era il 30% del 2020) sostiene che le vendite online possano rappresentare un serio pericolo per il punto vendita fisico. Ancora in pochi, dunque, si sono avventurati nella dimensione digital, per proporre l’acquisto ma anche per interagire con il pubblico a distanza, scoprendone le potenzialità vantaggiose in ambito gestione dei bisogni del cliente nel contrastare i competitor nelle vendite online.
Dai dati emersi, il farmacista contemporaneo che guarda al futuro del suo ruolo professionale con responsabilità e vede le potenzialità del punto vendita come presidio di salute territoriale, chiede linee guida e formazione per patologia al fine di consigliare adeguatamente il paziente, formazione sulle modalità di consulenza più efficaci, su farmaci innovativi, sulla specializzazione di farmacie oncologiche, del dolore, del diabete, della nutrizione; la creazione di una relazione efficace e concreta con la medicina del territorio, con scambio di informazioni all’interno del triangolo medico, paziente e farmacista, più servizi e informazioni sul proprio ruolo imprenditoriale.
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Affrettati, le iscrizioni scadono il 30 marzo e i posti rimasti sono limitati!