Presentata la 42° Indagine Congiunturale di Cosmetica Italia
Ora che la pandemia cominciava a darci un po’ di respiro, il mondo ripiomba nello sconcerto con l’invasione russa dell’Ucraina. In questo clima si è tenuta lo scorso 24 febbraio la presentazione della 42esima Indagine Congiunturale di Cosmetica Italia.
Il presidente dell’Associazione nazionale delle industrie cosmetiche Renato Ancorotti evidenzia un generale trend di ripresa del comparto cosmetico, seppure oscurato dalle recenti tensioni internazionali.
Per Gian Andrea Positano, responsabile del Centro Studi, è difficile prevedere le conseguenze del conflitto in essere sull’export in Russia e Ucraina. Se dal 2010 al 2020 i due Paesi hanno pesato per il 3% del totale export, già il biennio 2020-2021 aveva registrato una sensibile contrazione (-8,8%).
Dopo due anni senza precedenti, oggi l’industria cosmetica mostra evidenti segni di ripresa, sebbene minacciata da un potenziale aumento dell’inflazione e da una decrescita del Pil: -1,1% nel 2022 con un -0,9% previsto per il 2023.
Nel 2021 l’intero settore ha scommesso sul rilancio, tanto da raggiungere un fatturato stimato a 11,7 miliardi di euro (+10,2% rispetto al 2020), un export a +13% e l’e-commerce al +23% , con il 65% degli imprenditori allarmato per le criticità nelle forniture globali. Le previsioni 2022 indicano una crescita potenziale dell’ordine di 12,5 miliardi di euro, qualche punto oltre i valori 2019.
Il presidente Ancorotti commenta l’analisi Swot (Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats) secondo cui, a fronte di punti deboli come i costi di produzione (+21%) e il ricorso all’autofinanziamento, si dovrà puntare sulle opportunità offerte da partnership e nuove acquisizioni, e possibilmente ripensare il modello di business. Tra i punti di forza, la conoscenza del cliente, gli investimenti sempre consistenti in R&D, e-commerce e attività digitali.
Tra i dati più interessanti, l’analisi dei nuovi orientamenti di consumo del cosmetico all’indomani delle limitazioni imposte dalla pandemia, che dovranno guidare le strategie d’impresa circa le aspettative future dei consumatori.
L’incertezza sanitaria, il senso di pericolo, la mancanza di controllo sulla propria vita, il ricorso quotidiano alle nuove tecnologie e la ricerca di benessere da parte, hanno tratteggiato tre driver chiave per le imprese. Vediamoli.
Controllo – L’incertezza sanitaria, economica e informativa porta al desiderio di riprendere il controllo sulle proprie vite e sulle scelte di acquisto: i brand possono fare leva su informazioni dettagliate e opzioni di offerta facilmente confrontabili. Il consumatore giudica il valore della verità nella comunicazione d’impresa.
Gamificazione – I lockdown, le limitazioni di attività d’intrattenimento e sociali generano il desiderio di esplorare e accogliere nuove esperienze, sia virtuali che nel mondo fisico “reale”: i brand dovranno rendere sempre più ludica l’interazione con il consumatore, in contrapposizione con lo stress generato dalla pandemia.
Sostenibilità misurabile – La narrazione dei brand dovrà essere a favore di tematiche sempre più vicine al consumatore, come ad esempio la conoscenza delle catene di approvvigionamento e il loro funzionamento in termini di etica e ingredienti: è necessario dimostrare gli effetti misurabili rispetto agli obiettivi (dualità della responsabilità dei brand, verso l’ambiente e verso il consumatore).
Fonte: Indagine Congiunturale Febbraio 2022_Centro Studi Cosmetica Italia