Disciplina di grande attualità in termini di ricerca e di consumo, la nutraceutica spazia tra biologia e chimica ed è di grande supporto al farmacista per completare il consiglio di prevenzione e benessere anche in caso di inestetismi e lesioni cutanee.
Ne parliamo con il professor Alessandro Colletti, in forze al Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’ Università degli Studi di Torino, responsabile macroregionale SINut Piemonte e Valle d’Aosta, segretario SIFNut, che da questa edizione del FarmaCosmesiLab è una nuova, apprezzata presenza nel corpo docente del programma ADVANCED.
Dottor Colletti, solo per fare un po’ di chiarezza: potrebbe spiegare la differenza tra nutraceutica, alimenti funzionali e integratori?
La nutraceutica è un neologismo sincratico da “nutrizione” e “farmaceutica” coniato dal dr. Stephen de Felice a fine anni ’80. Questa disciplina studia e raggruppa un’ampia categoria di molecole, alimenti funzionali, novel food, alimenti a fini medici speciali ed integratori che, almeno dal punto di vista clinico, possono avere un ruolo preventivo o in alcuni casi terapeutico su una o più patologie o fattori di rischio. Se dal punto di vista clinico, infatti, la nutraceutica è una disciplina ampiamente riconosciuta dalla comunità scientifica (>100.000 lavori presenti su PubMed con la voce “nutraceutico” a dicembre 2021), dal punto di vista legislativo i nutraceutici non esistono, ma per legge rientrano nella normativa degli integratori alimentari. Gli integratori sono per legge (Direttiva 2002/46/CE), “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta […] aventi un effetto nutritivo o fisiologico sulla salute”. Se dunque l’integratore è un prodotto che “integra”, gli studiosi del settore preferiscono utilizzare il termine nutraceutico per suddividere le sostanze che hanno un ruolo di normale integrazione (es. i sali di magnesio o di potassio per chi fa attività fisica) classificabili come integratori, da quelle che hanno un ruolo preventivo o terapeutico (es. la curcumina nella cogestione della dermatite atopica), i nutraceutici propriamente detti.
Nutraceutici in associazione a farmaci e dermocosmetici: quale l’efficacia e perché?
L’associazione di un nutraceutico per os ad un farmaco e/o ad un cosmetico (trattamento ‘‘inout’’), ha permesso negli ultimi anni di associare i buoni effetti dei trattamenti topici prescritti dai cosmetologi agli effetti sistemici dei nutraceutici orali. Sono diversi gli studi che sottolineano come la terapia di combinazione cosmetico/nutraceutico possa avere effetti additivi se non sinergici su molteplici condizioni dermatologiche. Ad esempio, in pazienti trattati con curcuma fitosoma è stato riscontrato un miglioramento dei sintomi e un potenziamento degli effetti antipsoriatici degli steroidi topici quando usati in associazione. Oppure ancora l’utilizzo di probiotici associati ai trattamenti convenzionali per l’acne vulgaris ha dimostrato di potenziare la regressione del quadro clinico. Tuttavia, la nutraceutica e la cosmetica, devono avvalersi di una tecnica formulativa avanzata che consenta di promuovere la migliore biodisponibilità degli attivi utilizzati, vero tallone d’Achille per numerosi botanicals, anche se di elevato potenziale biologico.
Una formazione in questo nuovo ambito per il farmacista è importante per poter offrire un counseling completo direttamente dal banco etico o dal reparto dermocosmetico: quanto può, secondo lei, essere importante ‘’prescrivere’’ un nutraceutico anche come prevenzione?
Il counseling nutraceutico rappresenta un caposaldo fondamentale per il farmacista, sempre più coinvolto all’interno di un concetto di medicina d’iniziativa caratterizzato dalla reale prevenzione delle malattie. ‘‘Prescrivere’’ un nutraceutico è un atto complesso che richiede competenza reale. Infatti, sebbene all’integratore alimentare sia attribuita la nomea di “prodotto naturale” con accezione alla totale sicurezza dello stesso, la letteratura scientifica non è esente da report di effetti avversi causati da nutraceutici, specie in pazienti fragili o pluri-patologici. Un nutraceutico, infatti, è caratterizzato da molecole che presentano meccanismi d’azione talvolta simili a molecole farmacologiche e come tali possono causare effetti avversi direttamente o indirettamente, interagendo con l’assorbimento, il metabolismo e l’escrezione di altri farmaci o integratori e modificandone conseguentemente il loro naturale profilo farmacocinetico. In aggiunta il compito del farmacista è quello di saper distinguere un integratore di qualità, caratterizzato quindi da materie prime analizzate, al dosaggio consono, associate in maniera corretta e con strategie formulative personalizzate sulla base delle tipologie di attivi. Questa analisi è particolarmente veritiera nel reparto dermocosmetico, dove la nutraceutica è proposta sotto forma di un vero e proprio arsenale di prodotti, alcuni dei quali senza le minime caratteristiche di idoneità scientifica.