Alex Gezzi, docente ICQ, dermatologo, artista e narratore della bellezza incontra Antonello Tateo, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva su LaTVdellaBellezza LIVE, per fare chiarezza su un tema trasversale che suscita molto interesse, ora anche nei giovanissimi.
“Il desiderio di Bellezza nasce con l’uomo – dichiara il dr Tateo. Partendo da questo dato, il picco dei ricorsi alla chirurgia estetica dopo il lockdown non rappresenta che il generale bisogno di normalità, del ritorno alla vita, un modo per distaccarsi dallo stato di abbrutimento generato dall’isolamento.”
Far ricorso alla chirurgia estetica non è più un tabù neanche per l’uomo, che oggi osa di più; bisogna prestare attenzione al numero crescente di giovanissimi ricorrere alla chirurgia estetica, spinti dai media e da un’illusione di perfezione da copertina che sembra renderla quasi obbligatoria.
Il fenomeno rivela un tipo di attenzione al proprio aspetto che poco ha a che vedere con i segni dell’invecchiamento.
“Ieri – dichiara il dr. Tateo – il chirurgo assecondava le richieste di correzione dei più giovani; oggi, tali richieste hanno spesso a che vedere con la dismorfofobia, oppure sono indotte, per cui assecondarle significa incoraggiare le insicurezze e il disagio individuale. Inoltre, sono in tanti a credere che prima si inizia, più si ritarda l’invecchiamento: niente di più falso, perché si possono danneggiare i tessuti in modo irreversibile.
Il ruolo del chirurgo è dunque estremamente importante, in quanto non deve solo dare risposte professionali, ma è chiamato essenzialmente a capire nel profondo la psicologia della persona che ha di fronte, saperla consigliare, assisterla nel tempo. Deve essere persona colta, di buon senso e responsabile. Accondiscendere a richieste insensate significa non fare un favore alla persona, banalizzare la professione e creare quei guasti che non consentono un approccio sereno né incoraggiano la fiducia verso il professionista.”
A volte deve gestire la delusione del paziente, anche a fronte di un esito positivo, quando le aspettative non corrispondono ai risultati.
“Si all’innovazione, alle nuove tecniche, ma autostima, psicologia, aspettative e senso di adeguatezza della persona non devono – come spesso accade – essere sottovalutate. Il chirurgo plastico ha un ruolo di grandissima responsabilità – conclude Tateo.”
Alex Gezzi si rivolge agli ICQ, sposta il dibattito sulla cosmetologia – “materia colta che abbraccia la storia dell’uomo”- e punta al ruolo fondamentale del cosmetico nella prevenzione, che permette di intervenire sulla cute sana prima del farmaco: un tema centrale nella professione dell’informatore cosmetico.
“L’OMS ha decretato ormai da un decennio – afferma Gezzi – che l’80% delle patologie future si sviluppa nei primi mille giorni di vita, ed è qui che si gioca la prevenzione: l’ICQ lo sa, ed ha l’opportunità di fare informazione su uno dei temi più importanti della storia dell’umanità, di esercitare la sua responsabilità sociale.”
I due ospiti ribadiscono l’importanza di una prevenzione efficace con il prodotto cosmetico adeguato, per limitare inestetismi e in molti casi allontanare o addirittura evitare l’intervento del chirurgo, e riaffermano un concetto generale essenziale: la chirurgia estetica non ferma il passare del tempo ma ci permette di gestire l’invecchiamento in modo naturale, per riconoscerci sempre. Non una pratica anti-aging ma pro-aging.
Tra il considerarla dunque un atto contro natura come sostiene il pensatore Hillman (la mia faccia è la mia storia; alterarne i tratti significa alterare la storia, ingannare la società) o di autodeterminazione, come è nello spirito della performer Orlan (cambio la mia identità quando voglio perché è la mia), esiste una via di mezzo, che è la sfida del futuro per la chirurgia estetica: essere invisibile, naturale, per enfatizzare quella bellezza che è già parte di noi.