Il trucco nel corso della storia è stato sempre considerato un mezzo importante prima per comunicare con gli dèi attraverso la simbologia religiosa, poi come vero e proprio linguaggio estetico nel rapporto con se stessi e con gli altri. Sin dall’arte rupestre sono venute alla luce figure con il volto, le mani e i piedi dipinti con segni e colori che avevano lo scopo di assicurarsi la benevolenza degli dei. L’uso di terre colorate, piante triturate, pietre polverizzate, piccoli insetti schiacciati oltre all’aspetto decorativo avevano anche una funzione protettiva per la pelle e per gli occhi. Pensiamo ad esempio al Kohl, il trucco in polvere per gli occhi utilizzato dai popoli del deserto, come i Tuareg e dai berberi, per proteggere gli occhi dalle aggressioni del sole e della sabbia. Anche l’uso dell’henné, che risale alle origini dell’umanità, inizialmente era usato per le sue proprietà antisettiche e antinfiammatorie poi come decorazione sempre più raffinata delle mani e dei piedi durante le cerimonie e le feste.
Un recente scavo archeologico nelle campagne di Vulci ha portato alla luce una sepoltura, ancora intatta, risalente al III/II secolo avanti Cristo “battezzata” come la ‘Tomba della Truccatrice’. All’interno sono stati ritrovati, tra gli oggetti del corredo funebre, uno specchio in bronzo, un piccolo un contenitore per i trucchi femminili, che conteneva rare perle di terre colorate usate per truccare il viso, un pestello in piombo che serviva per sfarinare le terre colorate, un piccolo cucchiaio e una spatola, entrambi in bronzo per applicare il trucco.
Parlando di storia del trucco come non ricordare i trucchi delle bellissime:
CLEOPATRA, NEFERTITI, SEMIRAMIDE, LA REGINA DI SABA, POPPEA.
Si pensa che il primo rossetto della storia risalga all’epoca dei Sumeri. Nella tomba della principessa Shubad fu ritrovato un cofanetto d’oro che conteneva un impasto di olio di sesamo, pigmenti ed essenza di rosa per truccare le labbra. Cleopatra truccava le labbra con una miscela ricavata mescolando pigmenti estratti da coleotteri e formiche con oli. Nell’antica Roma le labbra venivano ravvivate da un prodotto ricavato da feccia di vino, ed anche da minio e cinabro molto tossici. Ancora oggi in Marocco le donne berbere usano l’Aker Fassi, una tinta in polvere a base di petali di papaveri essiccati che si fondono in dischetti di terracotta che bagnandoli tingono di rosso le labbra.
Anche il mascara ha origini antichissime ma nella versione più moderna si deve prima ad Eugene Rimmel che creò nel 1860 la prima versione di mascara in polvere e poi al chimico Williams, che nel 1913 creò per sua sorella Maybel un panetto composto da polvere di carbone e vaselina allo stato gelatinoso che riuscì poi a stabilizzare utilizzando la cera di carruba. Fu un tale successo che fondò la compagnia Maybelline, che diventerà una azienda leader del settore cosmetico. Per applicare il mascara sulle ciglia si bagnava uno spazzolino e lo si passava sul panetto. La confezione moderna con tubetto e scovolino fu introdotto da Helena Rubinsten nel 1957.
Con l’industrializzazione della cosmetica nel secolo successivo tutto è cambiato, la ricerca e la tecnologia hanno permesso di ottenere prodotti sempre più pratici, performanti, igienici, sicuri per la salute e anche per l’ambiente.
I trucchi hanno iniziato a seguire nel colore e nelle texture la moda del momento aderendo perfettamente a tutti i nuovi trend.