La risposta è ovviamente SI.
Le tendenze ispirate alle esigenze del momento dei consumatori influenzano la cosmetica a tutti i livelli.
Lo conferma la pandemia Covid-19:
«I prodotti e la loro formulazione – precisa Michele Superchi, Global Performance Executive Beautystreams – dovranno essere ancora più trasparenti, ‘elencando’ tutti gli ingredienti contenuti, in prevalenza naturali, di produzione locale per rassicurare il consumatore con una tracciabilità fidata. Cambierà anche il tipo di produzione per assecondare la nuova ‘daily routine’: l’aumento delle modalità di lavoro in smart-working spingerà a pensare a soluzioni che consentano al consumatore di disconnettersi dalle occupazioni professionali svolte a casa, per riconnettersi alla propria vita grazie a rituali di bellezza o di igiene quotidiana più appaganti ed emozionali o semplicemente concedendo a se stesso un po’ più di tempo per gratificare il proprio benessere. Questo potrebbe portare alla creazione di prodotti a base di aromi e colori secondo le leggi e i benefici dell’aromaterapia o di rituali di fragranze e skin care che favoriscano il rilassamento dopo una lunga giornata di lavoro online oppure prodotti dedicati all’esercizio fisico indoor che sempre più persone praticano ogni giorno».
È possibile pensare dunque a un cambio di passo della cosmesi con un rallentamento dei consumi e delle tendenze, mettendo in discussione il capitalismo dell’industria cosmetica. L’orientamento va verso meno prodottie di qualità superiore.
«Mentre alcune categorie, come lo skincare e il personal care – aggiunge Superchi – beneficeranno di questo rallentamento delle tendenze, il make-up dovrà invece essere in grado di proporre strategie più a medio/lungo termine e offrire ulteriori benefici, ispirati dallo skincare. Certamente i “Trend Junkies”, coloro che seguono ogni nuova tendenza, continueranno ad essere presenti, ma in generale le aziende dovranno riuscire a comunicare che il prodotto cosmetico è molto di più di un semplice prodotto di imbellettamento».