La cosmetologa Giulia Penazzi ci racconta Making Cosmetics
Per un cosmetologo, entrare a Making Cosmetics è come per un bambino andare a Disneyland, un’esperienza piena di stimoli visivi e sensoriali, un percorso durante il quale la fantasia corre da una parte all’altra del globo. Dal Giappone, in cui si utilizzano i residui solidi bianchi derivati dalla lavorazione tradizionale del sake e melassa di zucchero – ricca di Vitamina B2 -, vari aminoacidi e zuccheri, per aumentare l’idratazione cutanea, alla Francia degli estratti floreali di Provenza, in particolare dello zafferano, che favorisce la protezione UV e la riattivazione di un corretto ritmo circadiano della pelle. Si fa una sosta alle Baleari, con l’estratto di fermento batterico di un microrganismo che vive in una pianta olofita a Maiorca, ottenuto con i 12 processi della chimica verde, per un’azione completa sul contorno occhi, borse, rughe, occhiaie e effetto lifting. Ma per i segni di stanchezza della pelle a inizio giornata, soprattutto se si dorme poco e il viso è stanco e stressato, ecco che arriva in soccorso un peptide energizzante che favorisce il riequilibrio del ritmo circadiano incrementando l’attività mitocondriale e rivitalizzando la pelle.
E ancora un tuffo nella sensorialità – tema che non risente di particolari cali di interesse nella cosmesi – grazie ai polimeri naturali utilizzati per nuovi emulsionanti, studiati per sostituire i siliconi nel tocco cutaneo e lasciare la pelle liscia ed uno skin feeling vellutato.
La sostenibilità è un trend sempre più importante per il pianeta e quindi anche per il settore cosmetico. Un attivo interessante costituito dalla preziosa sericina, proteina ricavata dagli scarti dell’industria tessile durante la lavorazione della seta, è un esempio di economia circolare in cui gli scarti diventano risorsa per ottenere la materia prima: come certi coloranti naturali liposolubili ottenuti per via enzimatica da fonti vegetali ricavate da scarti alimentari o residui di lavorazione di materie prime (il giallo dalla curcuma, il verde da peperone verde o estratto da tè verde e menta).
Tra gli attivi di moda in nutraceutica vi sono i funghi, ed ecco che in cosmesi spunta un polisaccaride ottenuto da Tremella fuciformis, che ha una performance simile a quella dell’acido ialuronico.
Anche nel make up appaiono sempre più iniziative pro-ambiente, ad esempio nei glitter, colorati liposolubili con grande versatilità e brillantezza che si decompongono in anidride carbonica, acqua e biomassa. Non sono adatti per i cosmetici che contengono acqua come lo shampoo, ma saranno presentate novità il prossimo anno anche per queste formulazioni. Sempre sulla biodegradabilità, considerando che tutti i detergenti finiscono in mare, interessanti i tensioattivi per shampoo con buon impatto ambientale.
Focus importante anche sul microbiota con l’impiego di postbiotici, ovvero molecole che derivano dai fermenti e favoriscono l’integrità della skin barrier aumentando la sintesi delle difensine cutanee. Riequilibrio del microbiota anche in un trattamento accoppiato, studiato per la pelle acneica associando un cosmetico contenente molecole ottenute da selezionati batteri ad un integratore per via orale a base di specifici ceppi batterici.
Il tema degli attivi antiage rimane sempre un evergreen che però non stanca mai perchè in fondo siamo tutti interessati.
Take care of your skin.