Ricerca e tecnologia per contrastare l’invecchiamento del capello
La depigmentazione dei capelli fa parte del processo di invecchiamento naturale e si verifica indipendentemente dal genere o dall’etnia di appartenenza; inoltre, oltre a dipendere da fattori quali la genetica, lo stato di salute complessivo e le condizioni ambientali come stress o inquinamento, è direttamente collegata alla perdita di melanina e all’aumento dell’ossidazione nel follicolo del capello. Parliamo di uno degli ambiti in cui oggi si accentra l’interesse della cosmesi per la cura del capello.
La fascia di consumatori interessata a prodotti e trattamenti per contrastare l’invecchiamento organico è in costante aumento, e alla consueta richiesta di prodotti per lo skin care si aggiunge la domanda crescente di prodotti e trattamenti per prevenire indebolimento e caduta dei capelli, oltre che la perdita della pigmentazione naturale.
Il problema investe uomini e donne, in quanto la comparsa dei capelli bianchi rivela l’appartenenza ad una fascia di età particolare – spesso addirittura apparente – e le soluzioni si limitano alla copertura periodica non permanente di radici e capelli bianchi, nessuna ha un effetto preventivo sulla perdita del colore.
La ricerca biotecnologica ha identificato molecole che, agendo su differenti vie cellulari, contribuiscono a rallentare il processo di incanutimento. Le ragioni alla base della perdita di melanina nel capello sono oggetto di diversi studi che puntano a dimostrare l’efficacia di nuovi composti in trattamenti innovativi a base di molecole, che agiscono in maniera selettiva sui tracciati biomolecolari che determinano la colorazione.
Sebbene la perdita di pigmentazione del fusto sia programmata geneticamente, è in generale causata da una simultanea decrescita dei melanociti presenti nella cute e da una diminuzione della sintesi melanina prodotta al loro interno. Una delle cause di questo fenomeno sembra essere la cospicua presenza nei melanociti di radicali liberi (ROS), specie chimiche altamente instabili per via di uno o più elettroni spaiati nella loro struttura.
Secondo alcuni studi, la presenza di concentrazioni di ROS superiori alla media provoca uno stress ossidativo che danneggia l’intero follicolo e di conseguenza le vie di sintesi della melanina. Inoltre, uno dei ROS più aggressivi è il perossido di idrogeno, presente nei capelli bianchi in quantità molto superiore rispetto ai capelli con melanina. La presenza dei ROS nel follicolo può in particolare inibire l’espressione del- la catalasi, l’unico enzima in grado di neutralizzare il perossido di idrogeno.
Per arginare il danno che i ROS arrecano al follicoli, la ricerca sta sperimentando nuove molecole della famiglia dei flavonoidi, le cui proprietà antiossidanti sono note e presenti in diverse linee di prodotti cosmetici. Secondo studi recenti, la taxifolina e la quercitina rappresentano molecole in grado di stimolare la melanogenesi e agire sulle vie molecolari alla base della pigmentazione del capello, in quanto proteggono il capello dai radicali liberi.
Fonti_Efficacy of an agonist of a-MSH, the palmitoyl tetrapeptide-20, in hair pigmentation, International Journal of Cosmetic Science, 2018.
Upregulation of Melanogenesis and Tyrosinase Activity: Potential Agents for Vitiligo. Chao Niu 1,2 and Haji A. Aisa -2017.
Synthesized quercetin derivatives stimulate melanogenesis in B16 melanoma cells by influencing the expression of melanin biosynthesis proteinsMITF and p38 MAPK. Yamauchi, K.; Mitsunaga, T.; Inagaki, M.; Suzuki, T. Bioorg. Med. Chem. 2014.