Un termine spesso abusato che qui scegliamo di declinare nella sua proiezione su passo lungo, quella che guarda al futuro.
La Commissione Mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (WCED) definisce sviluppo sostenibile una crescita in grado di assicurare “il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”.
Una riflessione: per mantenere la popolazione mondiale, oggi sono necessarie risorse pari a 1,7 pianeti Terra e lo scorso 1 agosto il nostro pianeta ha esaurito le risorse naturali a disposizione per il 2018: il cosiddetto Overshoot Day, il giorno del sorpasso.
I rischi che corriamo son già qui e noi in grave ritardo. Bisogna lavorare in fretta e bene per cercare di mitigare danni peggiori alle future generazioni, già compromesse e con una coscienza ancora in via di solida formazione in questo senso. I Sustainable Development Goals , ossia gli obiettivi di sviluppo globale individuati dall’ONU, chiedono una presa di responsabilità corale e si rivolgono a governi, imprese e persone, perché ognuno è chiamato a fare la sua parte. Qualcuno comincia a rispondere, anche perché l’attenzione di un certo pubblico consapevole – vedi Generation Less – si orienta decisa verso quelle aziende che mostrano evidenti segni di responsabilità sociale nel proprio DNA.
Anche il mondo del lusso fa rotta verso il valore aggiunto di questi temi. Positive Luxury è una società con base in UK che mira a promuovere marchi del lusso con filiera sostenibile a bassissimo impatto ambientale ed a connetterli con consumatori di quel segmento che hanno a cuore questi temi. A questo proposito, ai brand che rispondono a questi requisiti viene conferito un marchio speciale – una farfalla.
Circondati spesso e ambiguamente da falsità, non smettiamo di cercare qualcosa di autentico. Le abitudini di consumo parlano di noi e dobbiamo affidarci a brand, aziende, partner in linea con il nostro sentire – etico, ecologico, sostenibile che sia. Nelle luccicanti e infinite vetrine del mercato globale, intendiamo scegliere ciò che ci emoziona, ispira, rappresenta, in virtù della relazione che instauriamo con il brand per via dei valori che ci comunica e che condividiamo.
Sostenibilità assume allora anche un altro significato, quello di infondere fiducia: i brand, più che solo raccontare, devono essere; l’industria, in particolare quella del lusso, che fa leva su esclusività, desiderio ed emozione, dovrà darsi obiettivi che somiglino ad una vocazione, e consistenza alla ricerca di autenticità.
Se facciamo riferimento alla ridefinizione che Philip Kotler, padre della disciplina d’impresa adottata già dagli anni ’60, sancisce come nuova e futura, siamo in linea con tutto ciò che è stato detto: “Il marketing è uno strumento in mano all’azienda per contribuire ad accrescere il benessere della società’’. E aggiunge che il paradigma da declinare – sia a livello aziendale che dei punti vendita e quindi in diretto contatto con le persone che consumano – è in ordine People – Planet – Profit: attenzione alla Persona, al Pianeta, con l’obiettivo di un profitto sì, ma etico, che anteponga rispetto e tutela dell’umano sentire e divenire.
Sostenibilità, nella sua sintesi che guarda al tempo presente, significa forse sostenere l’individuo nella fatica di restare umano e recuperare la speranza.
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