Nel nostro tempo, leghiamo il termine benessere a qualcosa di piacevole ma personale, ad un condizione transitoria e quasi esclusivamente sensoriale, dimenticando la complessità della sua essenza e l’impatto quotidiano che ha sulla nostra vita. Solitamente in negativo per via della sua assenza. Ognuno di noi, spalancando la mente alla vastità di campi cui questa condizione si applica e alle molteplici modalità del suo conseguimento, può agire con maggiore efficacia nella risposta alla richiesta di benessere. Un Informatore Cosmetico Qualificato questo lo sa perché durante il corso esamina le caleidoscopiche sfaccettature che ruotano attorno alla Cosmetologia, scienza regina del benessere.
Ma guardiamoci attorno.
Durante lo scorso World Economic Summit, Jacinda Ardern, primo ministro neozelandese, ha dichiarato la necessità – e il suo impegno – nel rivolgere lo sguardo non solo al benessere economico della nazione, ma anche a quello sociale. Dal prossimo maggio 2019, il suo governo avrà un budget centrato sul benessere, per valutare l’impatto a lungo termine della politica sulla qualità di vita delle comunità. Un’iniziativa senza precedenti che si estenderà a tutti i settori governativi, con obiettivi a lungo termine e finanziamenti a pioggia nei servizi pubblici, istruzione e sanità, il capitale umano, sociale e naturale, la salute mentale, i mutamenti climatici, la rivoluzione digitale, violenza domestica e il risanamento delle disuguaglianze sociali.
“Sono fermamente convinta che politiche interne più attente, più umane e compassionevoli siano un’efficace strumento di crescita e coesione sociale.”
Già il Bhutan, piccolo stato dell’Asia, ha un suo indicatore di felicità (FIL), usato per misurare il benessere della comunità sulla base di alcuni criteri – la qualità dell’aria, la salute dei cittadini, l’istruzione, la ricchezza dei rapporti sociali. Un paese tra i più poveri dell’Asia è il più felice del continente, l’ottavo su scala mondiale.
“Sono certo che il fine della nostra vita sia raggiungere la felicità. Penso ad una felicità duratura, che si raggiunge grazie ad una completa trasformazione della nostra mente, coltivando la compassione, la pazienza e la saggezza. Allo stesso tempo, a livello globale abbiamo bisogno di un sistema economico che ci aiuti a perseguirla: il fine dello sviluppo economico dovrebbe essere quello di facilitare e di non ostacolare la conquista della felicità”.
Così il Dalai Lama.
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