La Professoressa Silvia Vertuani è docente di Chimica Cosmetica e Cosmeceutica dell’Università di Ferrara nel corso di laurea in Farmacia, e nel Corso per Informatore Cosmetico Qualificato affronta un modulo di Neurocosmesi. A lei abbiamo chiesto di spiegare perché per un ICQ è importante conoscere questa disciplina.
L’universo cosmetico sa bene da sempre – e tiene in dovuto conto – come e quanto la bellezza esteriore sia strettamente collegata allo stato di benessere interiore, e la ricerca avanza a grandi passi in questa direzione, con proposte continue di soluzioni integrate mirate ad armonizzare l’equilibrio psico-fisico. L’apporto cruciale a questa equazione lo forniamo noi, con la nostra consapevolezza, che ci permette di compiere scelte rispettose e coerenti.
La stretta connessione tra pelle e psiche definisce il raggio di azione della neurocosmesi, disciplina in continua evoluzione che studia il rapporto tra cute e sistema nervoso ed ambisce a stimolare la biochimica di quest’ultimo con prodotti efficaci nell’attivare neurotrasmettitori cutanei e olfattivi. Ecco che ritorna il concetto cardine della bellezza strettamente connessa alla PNEI, PsicoNeuroEndocrinoImmunologia, la scienza che indaga le relazioni fra la psiche ed i sistemi nervoso, endocrino e immunitario.
Attraverso l’impiego di un prodotto cosmetico – grazie alle molecole in esso contenute – sollecitiamo il nostro cervello tramite i sensi, e la risposta andrà a ricadere sul benessere della pelle, come espressione di un benessere più ampio.
Il successo e l’efficacia di un prodotto e/o trattamento neurocosmetico dipendono dall’uso di formulazioni che agiscono direttamente sul sistema nervoso somatosensoriale della cute, modulando mediatori chimici coinvolti nei processi di invecchiamento, o nel controllo della iper-reattività cutanea della pelle. Se le consideriamo dal punto di vista della struttura chimica, queste molecole spesso sono di natura peptidica, ma non solo: pensiamo ad esempio alla sensazione di freschezza che ci procura un prodotto contenente mentolo. L’effetto si ottiene grazie all’attivazione dei termorecettori deputati a procurarci una sensazione che il cervello legge come più fresca rispetto alla temperatura inziale. Questo è solo un esempio di un ingrediente noto, la cui lettura in chiave neurocosmetica avviene solo nel secolo scorso con la conoscenza dei meccanismi dei termorecettori cutanei.
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