Make up al maschile tra stile, costume e storia

Forse non è un caso se la prima linea completa di prodotti make up per l’uomo sia stata proposta sul mercato da Chanel, marchio ispirato all’icona di stile ed eleganza Coco. Fondotinta SPF25in 8 tonalità arricchito con acido ialuronico e polveri softfocus, balsamo per le labbra e una stilo per ritoccarele sopracciglia (waterproof, ça va sans dire…). Tutto il necessario per ridefinire i lineamenti ed eliminare le imperfezioni. Finora a qualche tempo fa l’uomo truccato apparteneva solo alla sfera dello spettacolo; in realtà, da David Bowie/Ziggy Stardust a Johnny Depp fino al modernissimo front man dei Maneskin, amplificare la profondità dello sguardo con un tocco di nero non è più soltanto una necessità da trasformismo da palcoscenico, ma segno di un bisogno di affermare un’estetica personale.

Declinare al femminile elementi del guardaroba maschile ha creato uno stile, che in alcuni brillanti esempi arriva a sublimare la femminilità –  Armani in primis ma ancora prima proprio Coco Chanel – ed è così, magari con maggiore lentezza, quando è l’uomo a saccheggiare l’estetica femminile.

Così come redingote, parei, kilt, djellaba e caftani sono stati e sono ancora patrimonio dell’abbigliamento maschile, anche lo sguardo impreziosito e la pelle uniformata sono storia antica del mondo maschile. Basta andare in Egitto o in India, per esempio, per scoprire che il kajal, in origine utilizzato come protezione sia dalle infezioni degli occhi che dalla luce diretta del sole, diviene col tempo un cosmetico a tutti gli effetti per uomini e donne: un eyeliner per il contorno degli occhi e per scurire l’intera palpebra.

Oggi anche gli uomini tendono a perfezionare il loro stile con il trucco, ma in effetti la cosmetica,storicamente, non è mai stata di ‘’genere’’ poiché considerata un elemento fluido che sapeva convivere armonicamente in entrambi gli emisferi. Indossando la gonna –non solo sulle passerelle di Gaultier, Yamamoto e Mc Queen tra gli altri – e perfezionando i lineamenti del suo volto, l’uomo dichiara la sua libertà identitaria ed afferma una plausibilità estetica generando una rivoluzione percettiva.