Profumeria vs farmacia. A mettere a nudo pregi e difetti dei due canali è Dario Belletti, AD di Sirpea, azienda cosmetica che dal 1946 realizza e distribuisce brand internazionali.
“Profumeria e farmacia, per ragioni diverse, sono ferme: occorre modernizzarsi e puntare sulla formazione per uscire dallo stallo”.
A dirlo è Dario Belletti, AD di Sirpea, società che dal 1946 si occupa della creazione, produzione e distribuzione di prodotti di bellezza in profumeria e farmacia.
Lo scenario, d’altronde, non lascia spazio a dubbi: la crisi c’è e va affrontata con fermezza e lucidità.
La profumeria è quella che più di tutti, negli ultimi anni, ha evidenziato andamenti altalenanti, vittima di una spaccatura interna e di una crisi di identità.
Le buone performance delle catene organizzate e di quelle piccole realtà distributive che hanno saputo valorizzare i concetti di nicchia e di esclusività sono minate dalla crisi, ancora profonda, di molte profumerie tradizionali incapaci di far fronte a nuove dinamiche di acquisto e a consumatori sempre più esigenti in termini di servizio e qualità.
Minata da questa dicotomia interna, la profumeria ha sofferto negli anni scorsi dell’erosione di quote da parte della farmacia, avvantaggiata da un rapporto di fiducia con il cliente e dall’autorevolezza del “camice bianco”.
Tuttavia anche la farmacia, dopo anni d’oro di grande crescita, oggi è in stallo.
La motivazione? Anche qui, sicuramente, cambiamenti nelle dinamiche di consumo, ma anche l’incapacità di molti farmacisti di slegarsi dal passato, di farsi interpreti di un nuovo linguaggio di comunicazione e di vendita e di cogliere fino in fondo le straordinarie opportunità offerte “naturalmente” al canale.
Il raffronto dei due canali, delle debolezze e dei punti di forza di ciascuno, nell’ intervista a Dario Belletti.
1- Sirpea opera in profumeria e in farmacia. Secondo la sua esperienza, Dott.Belletti, quali sono le esigenze formative peculiari di ciascun canale?
La differenza è enorme: in farmacia c’è ancora molto da fare, mentre la profumeria ha sempre investito molto nella formazione.
Oggi buona parte delle farmacie non ha ancora un banco cosmetico assistito e quelle che ce l’hanno spesso mutuano dalla profumeria le risorse necessarie per farlo lavorare.
La profumeria, al contrario, sente meno questa esigenza poiché tutte le società che ci lavorano pongono come base del lavoro la formazione delle addette alle vendite.
2- Consideriamo la profumeria e fotografiamo la situazione attuale: quali sono i punti di forza e quelli di debolezza del canale?
Sicuramente la profumeria può contare su concetti come esclusività, lusso, glamour, che generano uno scontrino medio più alto.
Di contro, soprattutto negli ultimi anni, la profumeria ha sofferto di una forte emorragia di clienti in favore di altri canali.
3- E quelli della farmacia?
La farmacia ha due grandi punti forza: la capillarità, cioè una forte presenza sul territorio, e un flusso di clienti naturale.
Purtroppo questo aspetto ancora non è stato colto da tutti come una straordinaria opportunità per sviluppare il business e, così, questa grandissima opportunità rischia di trasformarsi in un’occasione mancata.
Molti farmacisti non si sono ancora resi conto della grande potenzialità che hanno e vivono ancora su allori e preconcetti oramai passati. Stanno perdendo una grossa opportunità.
4- Secondo lei, quale potrebbe essere la strada da percorrere per uscire dalla crisi?
Parliamo di una sfida verso la modernizzazione, che accomuna farmacia e profumeria, dove la formazione riveste un ruolo cruciale.
La formazione è quella leva che consente di cogliere stimoli e opportunità dall’ambiente esterno- dai clienti, dal mercato, dal web- e che permette di trasformarli in opportunità per crescere.
L’innovazione, d’altronde, non è altro che questo -anticipare, cogliere, interpretare esigenze, opportunità, bisogni del consumatore e trasformarli in nuovi prodotti- ed è d’innovazione continua che vive il settore cosmetico.
5- Conosceva già il Corso ICQ? Che cosa l’ha colpita di questa proposta formativa?
Si, lo conoscevo già e l’ho sempre trovato una proposta formativa utile per accrescere la preparazione cosmetica delle addette alle vendite, figure chiave per arrivare al consumatore.
La formazione deve puntare sulla creazione di addette alla vendita capaci di rispondere alle mutate esigenze del consumatore utilizzando il suo stesso linguaggio e capaci di dialogare con lui con professionalità e competenza.
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