Le buone notizie riguardano i professionisti qualificati e il settore cosmetico. In crescita il mercato interno, export ed e-commerce e si aprono nuove opportunità di lavoro per professionisti con competenze digital e skill multi-disciplinari.
Professionisti qualificati con competenze digital e cosmetologiche cercasi. E’questo l’imput che arriva, insieme a confortanti segnali di ripresa anche del mercato interno, dall’Assemblea pubblica di Cosmetica Italia dello scorso 28 giugno.
I dati presentati a Milano sottolineano la ripresa del mercato interno e il consolidamento della competitività sui mercati esteri, ma rivelano anche qualcosa in più sul settore cosmetico: nuovi scenari di consumo si impongono sul mercato (e-commerce) e professionisti qualificati, dalle competenze trasversali, si fanno strada nelle aziende. Nuovi mestieri, vengono definiti da Ermeneia, che ruotano attorno al mondo digital, ai social e a competenze multi-disciplinari: scientifiche e di comunicazione, commerciali e cosmetologiche.
Per cogliere tutte le opportunità che questi dati ci offrono e per aiutarci a comprendere il trend del settore, abbiamo chiesto aiuto ad un vero esperto del settore: Gian Andrea Positano, Direttore del Centro Studi e Cultura d’Impresa di Cosmetica Italia.
1- Dott. Positano, quali sono le chiavi di lettura principali dei dati presentati a Milano lo scorso 28 giugno?
Gli elementi più significativi, a mio avviso, sono almeno tre.
Il primo riguarda la tenuta generale del settore cosmetico italiano, con un fatturato che supera i 10 miliardi di euro, e la crescita costante a due cifre dell’export: nel 2015 le esportazioni hanno fatto registrare un incremento del + 14% pari a quasi 4 miliardi di euro.
Se l’Europa si conferma ancora la prima area di sbocco dell’export di cosmetici italiani con Germania, Francia e Regno Unito in testa, sono importanti anche i flussi verso Asia e America, quest’ultima con valori vicini al +30% (2015 vs 2014).
Un altro punto sul quale vorrei soffermarmi riguarda l’andamento dei vari canali e l’exploit dell’e-commerce, che in 5 anni ha visto passare il fatturato da 9 a 170 milioni di euro, pari al + 1.800%.
La grande distribuzione registra ancora una leggera contrazione, passando dal 30% al 28,7% del mercato, alleggerita dall’incorporazione dell’erboristeria, che continua il suo momento d’oro e che registra una crescita del +3%. Bene anche la farmacia (+1,5%) e in ripresa la profumeria con un +0,5%.
2- In che modo il cosmetico ha superato la stagnazione dei consumi senza lasciare “troppe vittime” sul campo?
E’ innegabile che la crisi negli ultimi anni abbia inciso sui consumi, modificando le preferenze d’acquisto e spingendo il consumatore verso una cross-canalità, ma il cosmetico ha potuto contare su un valore aggiunto importantissimo: quello di essere considerato dal consumatore un bene legato al suo vissuto quotidiano e, come tale, irrinunciabile. Questo ha permesso al settore di mostrare una reattività positiva evidente di per sé, ma ancora più significativa se confrontata con la media nazionale e con altri comparti di beni non durevoli.
3- Ci può dire qualcosa di più sul “fenomeno e-commerce”? Interessa anche i cosmetici?
L’e-commerce nel mondo cresce vertiginosamente e da qualche anno, ormai, è una realtà con cui confrontarsi anche in Italia. Se si analizzano i fatturati delle vendite on-line si osserva che questi sono ancora inferiori rispetto a quelle dei canali tradizionali, ma il trend è in forte crescita soprattutto per alcuni prodotti. E’il caso dei profumi, dei prodotti per il trucco mani e dello styling capelli. Non c’è da stupirsi di questi, che riflettono quanto emerso dalla ricerca condotta da Human Highway: in Italia, quasi 30 milioni di persone maggiorenni accedono alla rete almeno una volta alla settimana e il 62% di loro, pari a poco più di 18 milioni, è un acquirente online.
Dirò di più. Nel 2015 quasi 5 milioni di individui hanno dichiarato di aver acquistato almeno una volta (negli ultimi 6 mesi) un cosmetico online, mentre quasi il 50% di loro ha dichiarato di farlo abitualmente. Parliamo di un target in crescita del +18% rispetto ai dati del 2014.
4- Facciamo un’incursione nel mondo del lavoro e della formazione. Hanno suscitato molto interesse i risultati dell’indagine sui nuovi mestieri della cosmetica, che hanno mostrato un crescente interesse per professionisti qualificati esperti del mondo digital e con competenze multi-disciplinari. Sposando diversi anni fa il progetto formativo multi-discplinare ICQ, si può dire che Cosmetica Italia, già allora, avesse già intercettato questo trend?
Direi di sì. Diversi anni fa, sposando il progetto formativo multi-disciplinare di ICQ, fummo un po’ degli apripista di questo trend. Le competenze cosmetiche, scientifiche, di comunicazione e di marketing offerte dal Corso ICQ, in effetti, si sono rivelate analoghe a quegli skill richiesti da molte delle figure professionali ricercate dalle aziende. L’attenzione all’innovazione e alla qualità del prodotto, testimoniate dalla volontà di far evolvere la R&D e il Marketing, riflettono d’altronde la nuova attitudine al consumo del cliente finale: più matura, informata, consapevole.
Lo sviluppo dell’area Regulatory, a sua volta, è manifestazione evidente della centralità di temi come la sicurezza e la sostenibilità ambientale.
I Rappresentanti e gli Agenti, come li si intendeva una volta, oggi sono figure superate. Si parla di Sell- Consultant, di narratori del cosmetico, che uniscono abilità commerciali a capacità formative, competenze tecniche a capacità comunicative. D’altronde, come potrebbero “raccontare” un prodotto se non hanno competenze tecniche e scientifiche in materia?! I professionisti qualificati di cui tutti parlano sono questi. Sono convinto che il Corso ICQ sia un’ottima risposta ai bisogni e alle necessità espresse nelle interviste dagli imprenditori cosmetici, ma il problema è comunicarlo, perché un prodotto non comunicato è un non-prodotto.
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