Alex Gezzi, medico, filosofo, professore al corso ICQ, ripercorre in questa intervista migliaia di anni di storia evolutiva dell’uomo e della bellezza
Difficile da incasellare nella “semplice”definizione di medico, professore, filosofo, poeta, conferenziere, Alex Gezzi, professore al corso ICQ, in quest’intervista racconta con ironia e padronanza della materia come molti problemi femminili odierni siano legati alla nostra evoluzione e di come la bellezza sia passata dall’essere legata alla perfezione matematica al concetto di imperfezione e unicità.
Diciamola tutta. Probabilmente se Norma Jean Baker fosse vissuta ai tempi degli Antichi Greci, non sarebbe divenuta Marylin Monroe, l’icona di bellezza e sensualità che noi tutti conosciamo. Ma andiamo con ordine e ricostruiamo l’evoluzione del concetto di bellezza, che corre parallela a quella dall’uomo, attraverso le parole di Gezzi.
- Facciamo un tuffo indietro di migliaia di anni e immaginiamo di essere catapultati nell’Antico Egitto o al tempo della Grecia Classica. Che cosa verrebbe ritenuto bello?
Per gli Antichi Egizi e soprattutto per i Greci la bellezza era sinonimo di simmetria, armonia, precisione assoluta; qualcosa di profondamente legato al rispetto di alcune proporzioni geometriche. Questo perché la bellezza era, ai tempi, associata al mondo divino e quindi alla perfezione. Col tempo la bellezza ha perso il suo connotato di perfezione e si è trasformata in unicità. Esistono chiaramente anche per noi dei parametri per definire una cosa bella o brutta, ma quel che è profondamente cambiato è il fatto che questi elementi non sono più solo legati a rapporti matematici o a simmetrie, ma coinvolgono una sfera più ampia.
Riporto un esempio che aiuterà a capire meglio questa affermazione.
Pensiamo a due bellissime donne dei nostri tempi, Marylin Monroe e alla top-model Cindy Crawford, divenute celebri per quella che nel passato sarebbe stata ritenuta un’imperfezione “gravissima”: un neo solo. Ecco, questi due esempi ci riportano a quanto detto prima e l’arte del Novecento, ad esempio con le opere di Modigliani e Picasso, l’aveva anticipato con assoluta evidenza: la bellezza non è una questione di perfezione simmetrica, ma è molto di più.
- La notizia che bellezza non significa più perfezione- almeno non secondo i canoni della Grecia classica- può far tirare un sospiro di sollievo a molte di noi. Come la mettiamo però con la cellulite, uno degli inestetismi più odiati dalle donne: è vero che si tratta di un problema “moderno”?
Sì, perché la cellulite è prima di tutto un disturbo causato da un cattivo ritorno veno-linfatico con ristagno dei liquidi, due effetti generati dalla scarsa attività fisica e legati alla postura eretta. Se andiamo indietro nel tempo, alla preistoria, quando l’uomo ancora si muoveva su quattro zampe, il problema infatti non esisteva.
Il fatto che la comparsa della cellulite sia legata anche allo scarso movimento non è nulla di “incredibile”, ma un fatto che si può verificare anche oggi osservando alcune tribù primitive: il loro unico mezzo per “spostarsi” sono le gambe e la loro vita, pur essendo probabilmente meno frenetica della nostra, è caratterizzata da un’intensa attività fisica.
Parliamo di un altro nemico: i peli superflui . Perché oggi siamo molto meno “pelosi” di una volta?
Anche qui la ragione è nascosta nell’evoluzione. I peli in origine avevano una funzione pratica, cioè quella di evitare la dispersione termica, ma col tempo questo bisogno “primitivo” è andato scomparendo: una volta scoperta la caccia, infatti, i nostri antenati hanno iniziato ad indossare le pelli degli animali per ripararsi dal freddo ed i peli in molte zone del corpo non erano più necessari.
- Nell’uomo (e nella donna) esistono, però, ancora delle zone del corpo con dei peli. A cosa è dovuto?
Le parti del corpo rimaste più pelose nel corso dell’evoluzione sono la testa, le ascelle ed il pube.
I capelli, ad esempio, proteggono la scatola cranica dai raggi solari ed hanno valenza attrattiva, mentre per quanto riguarda le ascelle e/o il pube i peli aiutano a diffondere gli odori corporei allo scopo di attrarre sessualmente. La differenza tra uomo e donna a livello di rappresentanza di peli sulla superficie corporea è legata agli ormoni ed in particolare al livello di testosterone che negli uomini, di norma, è più alto.
- Nonostante il concetto di bellezza si sia evoluto rispetto al passato, ad un certo punto della storia la situazione è cambiata e la donna si è rivolta alla cosmesi e alla medicina estetica per raggiungere la bellezza desiderata. A quando risale questo “turning point”?
Agli Anni ’60. Sono gli anni dei Beatles e del boom economico, nel 1963 Mary Quant ha inventato la minigonna ed ha sdoganato una femminilità più libera, più emancipata, più aggressiva: la svolta – per la donna – è arrivata come conseguenza di una scoperta scientifica di qualche anno prima, più precisamente del 1961, quando è comparsa all’orizzonte la pillola contraccettiva permettendo così di mostrare il proprio corpo senza il pericolo incombente di una gravidanza.
La donna si emancipa di conseguenza dall’antico potere del maschio. Libera dalla “schiavitù del seme”, la donna finalmente può mostrarsi come meglio crede e attirare l’attenzione su di sé.
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