Il trucco introspettivo

Intervista a Marco Manfredini, senior make up artist di fama internazionale, Direttore Didattico dell’ Accademia di Trucco Stefano Anselmo.

Marco Mafredini, direttore didattico della Scuola di trucco Stefano Anselmo

Nei suoi 25 anni e più di carriera ha lavorato nella moda, pubblicità, con le più importanti maison di trucco internazionale e si è dedicato alla formazione nelle accademie di trucco più prestigiose in Italia e all’estero. Le sue parole aprono un interessante sguardo su questo mondo, protagonista di numerosi  tutorial e video sul web, sottolineando quanto il trucco non sia solo estro ed arte, ma soprattutto sia tecnica, rigore e tanto studio.

1. Quanto è importante la formazione per un truccatore?

È fondamentale e nei corsi non mi stanco mai di ripeterlo: la formazione non si deve concludere con il Diploma, ma deve proseguire lungo tutta la carriera dell’artista. Il trucco, il mezzo concreto attraverso il quale è possibile modificare il volto in modo da nascondere le asimmetrie e gli inestetismi e da enfatizzare i pregi, non è solo un’arte, illusioni ottiche, chiaroscuri,o creatività, è molto di più: è frutto di anni di studio, lettura, tecnica, ricerca, sperimentazione. Una continua curiosità di tutto ciò che il mondo produce in termini di immagini.

Il trucco deve dare armonia al volto

Il trucco non è una miscela di colori data un po’ a caso sul viso, ma deve saper dare armonia al volto; un’armonia che attinge ad un senso di bellezza comune basata sulla giusta proporzione tra i diversi elementi del volto: forma del viso, occhi, naso, bocca…

2. In che modo le nuove tecnologie e il mondo digitale hanno influenzato la vostra professione?

È innegabile che, come ogni strumento che rivoluziona un modo di pensare ed essere, la tecnologia abbia avuto un forte impatto anche sul mondo del trucco. Sicuramente questa grandissima “pubblicità” ha enfatizzato l’aspetto ludico, divertente, creativo del nostro lavoro, facendolo conoscere al pubblico, ma in molti casi ha semplificato, per non dire banalizzato, alcuni aspetti fondamentali della professione di truccatore. Mi riferisco, in particolare, ai tutorial (molto spesso improponibili) creati da make-up artist improvvisati e a tutti quei servizi che mostrano trucchi anche elaborati che possono essere replicati con estrema facilità da chiunque.

3- Mi sta dicendo che i tutorial possono risultare “ingannevoli”?

Sì, perché il risultato può essere molto diverso da quello che viene mostrato nel video dalla persona che lo ha realizzato o lo sta realizzando.

I tutorial possono essere molto ingannevoli, perché lo stesso trucco non può essere replicato su un altro volto con lo stesso effetto

Un trucco, infatti, non può essere replicato su qualsiasi persona con lo stesso effetto, perché la morfologia del volto e le caratteristiche cromatiche giocano un ruolo fondamentale nell’effetto finale. Il truccatore è un professionista che conosce le proporzioni, le simmetrie e le sa adattare al volto che ha di fronte:  non si tratta di un semplice “copia & incolla”; ci sono regole atemporali che vanno oltre la moda e il tempo, che il professionista conosce e che gli permettono di ottenere un trucco di livello su quel particolare volto, altrimenti il risultato è solo una maschera.

4- Mi può fare qualche esempio?

Nel nostro lavoro si dice che occorre verticalizzare od orizzontalizzare un viso, ovvero slanciare un volto tondeggiante o spezzare la lunghezza di un viso dalla forma allungata. Queste correzioni, che hanno lo scopo di dare maggiore simmetria al viso tenendo conto della sua morfologia – rotonda, quadrata,  triangolare, allungata, ovale- devono essere fatte ricorrendo a dei contrasti di chiaro-scuri utilizzando fondotinta e correttori. Oggi si parla di countourin e di strobig come di “semplici trucchi” per dare armonia al volto, ma si tratta di regole del trucco correttivo che esistono da sempre e che il professionista deve conoscere. Solo dopo molto studio e applicazione, nonché anni di pratica, si è capaci di fare ombreggiature in maniera impeccabile (a parte i talenti naturali).

5 – E poi c’è l’aspetto di “consulenza” del vostro lavoro: il truccatore dev’essere anche un po’ psicologo?

Nella proposta di un trucco quotidiano, il truccatore deve saper ascoltare e consigliare. foto: Prima

Sicuramente deve saper ascoltare la cliente! Non dico che la nostra attività sia analoga a quella dello psicologo, ma nel proporre un trucco è chiaro che dobbiamo rispettare i desideri, le aspettative, il modo di essere e la personalità di chi abbiamo di fronte, senza dimenticare –ovviamente- le sue caratteristiche estetiche.  Se non facciamo questo rischiamo di fallire e che il trucco, seppur tecnicamente valido, non piaccia alla donna che non conosce le regole del trucco.

Può capire che, per assurdo, il giorno prima per lo stesso trucco abbiamo avuto un applausi e complimenti da importanti fotografi, modelle, stylist e grandi conoscitori del make-up, perché a contatto quotidianamente da sempre a regole e segreti estetici.

Il bravo truccatore sa enfatizzare e camuffare là dove serve, nel rispetto delle caratteristiche estetiche della persona che ha di fronte. foto: Dopo

Il nostro mestiere dovrebbe educare alla bellezza, “ formando”  la donna step by step e mostrandole come enfatizzare la sua bellezza nel rispetto delle sue caratteristiche. L’abilità di un bravo truccatore dev’essere proprio quella di creare un trucco su misura per lei, che nasconda e corregga là dove serve, ma al contempo rispecchi il suo modo di essere e la sua persona.

6-  Talvolta accade che il trucco non piaccia alla cliente o che quest’ultima non si senta a suo agio. Che cosa è accaduto in quei casi? Qual è stato errore?

L’errore, dettato a volte dall’inesperienza o dalla mancanza di una precedente chiacchierata conoscitiva con la cliente, è del truccatore ed è quello di essere tentati di fare un bel trucco, sullo stile di quello che si fa nella moda o nella pubblicità. Ma un bel trucco, non è detto che sia quello che lei cerca e il rischio è che non si piaccia o non si identifichi con quello che vede allo specchio.

Il trucco moda è diverso da quello che si propone alla donna nel quotidiano, ma le regole sono sempre le stesse

Per un servizio fotografico legato alla moda, considero il trucco impressionista, puramente estetico… Un progetto creato da una equipe. La modella è una tela bianca a disposizione del fotografo, stylist, truccatore/ hair stylist. Invece, per la  donna di tutti i giorni – fashion victim a parte- il trucco dev’essere espressionista: calzare a pennello come un abito su misura, riflettere la sua personalità e con abilità e discrezione deve correggere (creando illusioni ottiche) le imperfezioni. Sicuramente i colori la fanno da padrona, influenzano psicologicamente e calzano una personalità…

 Photos: N. Righetti

Per approfondire: www.marcomanfredininformazionemakeup.com