Il volto tra etica ed estetica

Giuseppe Polipo, medico, psicoterapeuta, docente di Psicologia Estetica, analizza le radici del giudizio estetico e la relazione tra il volto, grande strumento di comunicazione, e il concetto di bellezza

Giuseppe Polipo, medico, psicoterapeuta, autore del libro “La mente estetica” e docente ICQ

Molti studi hanno dimostrato che il volto ha una funzione fondamentale nella comunicazione delle emozioni, e che molte espressioni facciali, pur amplificate, attutite o mascherate dall’educazione, si ritrovano in tutti i popoli del mondo, proprio perché esprimono stati d’animo che necessitano della contrazione o del rilassamento di gruppi muscolari comuni a tutta l’umanità.
A dimostrazione di come il volto sia l’indicatore della specificità di ogni persona e il territorio privilegiato della comunicazione di ogni identità nella “scena” sociale, l’evoluzione della parola persona (da volto-maschera in greco, a individuo globalmente inteso) testimonia appunto questa capacità da parte del volto di tradurre l’intera soggettività di ciascuno.

Il volto, dal greco maschera, è uno strumento fondamentale nella comunicazione delle emozioni

E’ il volto di Dorian Gray, dipinto su una tela ad invecchiare, infatti, al posto del suo dissoluto proprietario. Ed è il volto, con i suoi numerosi muscoli mimici e le sue abbondanti secrezioni (lacrime, saliva, muco), a parlarci dello stato d’animo e delle emozioni di ogni persona. Il volto, più di ogni altra parte del corpo, indica quanti anni abbiamo e avverte del nostro stato di salute. E’ questo il motivo per cui in medicina estetica e in cosmetica, il volto è la parte del corpo privilegiata nella richiesta di cure cosmetiche e medico-estetiche.

ALLE ORIGINI DEL GIUDIZIO ESTETICO: QUANDO QUALCOSA E’ BELLO O NON LO E’?

Sappiamo che il nostro cervello manifesta una naturale predisposizione a riconoscere come belle e gradevoli forme che rispettano alcune proporzioni matematiche, come ad esempio quella aurea. Dati sperimentali suggeriscono l’esistenza nella corteccia frontale di un meccanismo neuronale specifico che analizza ogni viso per compararlo istantaneamente (bastano 15 centesimi di secondo) a un modello prelogico e ideale. Non aveva, dunque, tutti i torti Platone nel pensare all’esistenza ‘psichica’ di un’idea di bellezza a priori.

IL CONCETTO DI BELLEZZA APPLICATO AL VOLTO UMANO: LA SIMMETRIA 

Tra tutte le proprietà del volto, quella che maggiormente sembra influenzare la valutazione estetica è la simmetria: questa proprietà geometrica è in grado di attivare circuiti neuronali specifici nelle aree parietali e premotorie della corteccia cerebrale. E mentre il lobo parietale domina nella percezione dell’orientamento tridimensionale delle forme del viso, il giro fusiforme è coinvolto nell’identificazione delle espressioni facciali e nell’analisi degli stimoli correlati (voce,
comportamento, espressioni).

La simmetria negli elementi del volto (occhi grandi e ben distanziati, naso piccolo, labbra carnose) e una pelle luminosa sono elementi estetici fondamentali per definire un viso bello

Non solo. Numerosi studi scientifici indicano, inoltre, nel colore uniforme e nella luminosità della pelle le qualità fondamentali della bellezza di ogni volto. Va da sè che un viso sereno, sorridente e spontaneo, al di là di ogni rapporto geometrico e simmetrico ideale, può condizionare positivamente il giudizio estetico.

LA BELLEZZA NEL VOLTO UMANO: UOMINI E DONNE A CONFRONTO  

Nel volto femminile sono fondamentali il colorito uniforme e luminoso, profilo del viso stretto, fronte alta, sopracciglia scure e sottili, occhi grandi e ben distanziati, ciglia lunghe, assenza di occhiaie, zigomi alti, naso piccolo, labbra carnose; mentre nell’uomo interpretiamo come “bello” colorito uniforme e luminoso, parte superiore del viso più larga rispetto a quella inferiore, profilo del viso stretto, fronte alta, assenza di occhiaie, zigomi alti, assenza di rughe tra il naso e l’angolo della bocca, mascella e mento prominenti.

IN CHE MODO LE EMOZIONI POSSONO INFLUENZARE IL GIUDIZIO DI BELLEZZA

La bellezza di un volto, a differenza dell’intelligenza, non deve essere dimostrata, e non richiede altre spiegazioni. La scoperta interessante degli ultimi decenni è che la percezione è influenzata in modo decisivo da emozioni, aspettative, pensieri, sentimenti che dipendono da molecole chimiche che presiedono al controllo di tutti i ritmi biologici (ciclo mestruale, sonno-veglia, regolazione di parametri essenziali come temperatura, pressione arteriosa, istinto sessuale, fame e sete).

Studi scientifici hanno mostrato l’influenza delle emozioni nel giudizio estetico

Sono queste stesse molecole informazionali che sono coinvolte anche nel giudizio di bellezza di un volto. Questo perché le aree del cervello coinvolte nel giudizio estetico sono quelle che hanno un’elevata concentrazione recettoriale dei neuromediatori della gratificazione, e inoltre l’attivazione di queste aree è accompagnata dalla disattivazione di altre aree della corteccia frontale, decisive nel giudizio critico.

Molte ricerche hanno confermato l’influenza dei parametri ormonali nel giudizio estetico, mettendo in evidenza, per esempio, che l’aspetto di un viso marcatamente maschile è giudicato più bello dalle donne durante il periodo dell’ovulazione, mentre in altre fasi del ciclo le stesse donne ritengono più attraenti volti maschili con tratti più infantili e meno aggressivi.
L’elaborazione dei messaggi sensoriali sembra quindi differire non solo da individuo a individuo, ma dipendere anche dagli assetti biochimici che determinano il modo in cui la mente elabora gli stimoli visivi e li traduce in immagini, intuizioni, convinzioni.

Si può dire, dunque, che il senso preposto al giudizio di bellezza di un volto è senz’altro la vista, ma è altrettanto vero che non si può dire veramente bello un volto che non coinvolga profondamente il nostro sentire e la nostra anima individuale e sociale.